Nonostante i buoni propositi iniziali e il coraggio finale, il Torino di Ventura frena ancora cedendo ad un Milan discreto ma non certo superlativo.
L’analisi della partita evidenzia ancora una volta le difficoltà dei granata quando devono trovare la via del gol per vincere o pareggiare la partita. Quando sono obbligati a tenere il pallino del gioco in mano, infatti, Glik e compagni non riescono a proporre giocate efficaci per violare le difese piazzate finendo per proporre uno sterile possesso palla, infilandosi nel solito imbuto senza soluzioni e facendosi sopraffare da ansia e nervosismo. Non a caso il primo tempo di San Siro ha visto un buon Torino che con veloci ripartenze ha creato diversi pericoli ai rossoneri rischiando più volte di andare in gol. La ripresa, invece, col Milan in vantaggio, ha evidenziato i limiti già visti nelle ultime partite casalinghe teoricamente da impostare per vincere. L’irrinunciabilità al solito tipo di gioco accompagnato alla modesta creatività degli interpreti, ed in particolare dei centrocampisti troppo acerbi o non predisposti a giocate “coraggiose”, la scarsa vena di Bruno Peres e degli altri giocatori di fascia, un attacco che solo recentemente ha trovato una coppia definita sono stati tutti elementi che hanno condizionato i risultati e condannato la squadra ad un campionato anonimo.
Il calendario ora presenta impegni piuttosto difficili ma, per le considerazioni innanzi fatte, questo può essere un aspetto positivo anche perché la classifica consente ancora di poter giocare con relativa spensieratezza. La speranza è che questo status lo si sfrutti poiché da qui ad un mese molto potrebbe cambiare.
CHI SALE:
MORETTI un passo avanti rispetto alle recenti prestazioni che hanno segnato un’annata al di sotto dei suoi standard. Intercetta diversi palloni vaganti in area granata ed argina bene Bacca impedendogli di essere pericoloso.
STABILI:
GLIK anche il capitano sfodera una prestazione orgogliosa seppur non trascendentale. Certo, poca roba se paragonata a quelle di un anno fa quando, imperioso, imperversava su squadroni come Napoli e Zenit, abbastanza se si usa il metro di questa stagione.
PADELLI solita dicotomia: incerto nelle uscite alte (in una di queste sferra un pugno a Kucka anziché respingere il pallone), meglio tra i pali quando si distende a respingere una tracciante di Bonaventura. Poco impegnato.
ACQUAH più preciso del solito negli appoggi e nei suggerimenti, si intende bene con Zappacosta sovrapponendosi e cercando il traversone e si batte col solito ardore. Qualche rischio in difesa ma nel complesso piccoli segnali incoraggianti.
IMMOBILE stavolta non segna e non regala assist vincenti ma è vivo e tiene vivo l’attacco granata. E’ l’unico che cerca la porta ma in due circostanze (difficili) Donnarumma fa buona guardia superandosi, nell’altra (più facile) indugia troppo e spara sull’esterno della rete.
ZAPPACOSTA dimostra buona corsa e si propone con frequenza finché ha benzina. In copertura si deve guardare da un cliente ostico quale Bonaventura ed è protagonista di un paio di buone diagonali anche se è lui in marcatura su Antonelli sul gol rossonero.
BELOTTI inizia trovandosi quasi a tu per tu con Donnarumma ma perdendo l’attimo per la conclusione, finisce lottando. La cosa migliore è l’assist in profondità che offre al suo compagno Immobile. Tuttavia si vede poco in area.
VIVES non si nota granché se non in fase di ripiegamento e di raddoppio di marcatura. Gioca pochi palloni che distribuisce con ordine ma senza mai inventare qualcosa: un buon lancio verticale per Immobile e poco più.
BASELLI dimostra di avere qualità servendo subito un filtrante perfetto per Belotti in avvio ma anche limiti nella continuità poiché sparisce dal gioco per lunghi tratti della partita. Dalla sua crescita dipende anche quella dell’intera squadra.
CHI SCENDE:
B. PERES non ci si può aspettare sempre e solo da lui la giocata che faccia la differenza. Peraltro gioca sulla corsia “sbagliata” e l’occasione migliore la crea quando taglia il campo e si ritrova a destra in area avversaria. Solite leggerezze concettuali quando regala palloni agli avversari con passaggi orizzontali.
MAKSIMOVIC piuttosto svagato ed approssimativo, si fa soffiare palla da Niang e con i suoi errori innesca pericolose azioni rossonere. Non esente da colpe nemmeno nell’azione del gol.